La mossa di Zaia sul cambio di sesso agita la Lega - Inside
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

La mossa di Zaia sul cambio di sesso agita la Lega – Inside

Luca Zaia

Il Presidente del Veneto tenta la svolta sul tema dei diritti, ma nel mirino c’è la segreteria di Matteo Salvini

“E’ un fatto di civiltà. Bisogna garantire le libertà e non limitarle”. Così Luca Zaia ha commentato la scelta di istituire a Padova il centro di riferimento per la Regione Veneto per chi intende cambiare sesso. E onestamente sarebbe difficile dargli torto. Ormai anche a destra sta crescendo una maggiore sensibilità sui temi dell’orientamento sessuale e dei diritti LGBTQ+, con un percorso che procede decisamente più veloce dei farraginosi riposizionamenti della politica.

Persino Francesca Verdini, compagna di Matteo Salvini, si è detta sensibile al tema, di fatto invertendo la rotta anche a nome del segretario e vicepremier, che invece è sempre stato molto tradizionalista nelle sue uscite sull’argomento. Una linea che lo accomuna a Giorgia Meloni, schieratissima a favore della famiglia tradizionale e poco incline ad accettare il fatto che le famiglie arcobaleno non tolgono diritti a nessuno, ma semmai ne aggiungono altri.

Bonus 2024: tutte le agevolazioni

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Luca Zaia: un leghista moderato per il post-Salvini

Nonostante queste considerazioni di buon senso trasversale, spiegano fonti leghiste a newsmondo.it, la mossa di Luca Zaia viene letta in chiave molto politica, per una serie di aspetti scarsamente considerati. Il primo è che la decisione della Regione Veneto mette in pratica dopo ben 30 anni una legge dello Stato che invece stabiliva un termine di 30 giorni perché le Regioni attuassero le disposizioni sulla “rettificazione dell’attribuzione del sesso”. Alla faccia della lentezza burocratica!

Inoltre, Luca Zaia ha presentato il provvedimento “fuori sacco”, ovvero fuori dall’ordine del giorno della Giunta, ed ha dovuto convincere al voto favorevole anche la sua assessora Elena Donazzan, esponente di FDI molto vicina a Giorgia Meloni, famosa anche per gli insulti rivolti a Cloe Bianco, professoressa trans morta suicida la scorsa estate. Un passaggio ne’ scontato, ne’ privo di significati.

L’inversione a U ha fatto venire il mal di pancia a diversi militanti della base leghista, non solo veneti, con le chat di WhatsApp particolarmente calde in queste ore. L’impressione degli insider è che attraverso questa scelta Luca Zaia intenda rafforzare la sua identità di leghista moderato, dialogante anche con le altre parti politiche e aperto ai cambiamenti della società. Un’immagine fortemente contrastante con quella rigida e conservatrice di Matteo Salvini, l’uomo dal pugno di ferro, in queste ore messa in discussione anche dalle vicissitudini del suo fedelissimo Matteo Piantedosi, nel centro della bufera per il naufragio di Crotone.

Matteo Salvini
Matteo Salvini

Piantedosi a Crotone, Molteni a Bruxelles: lo “sgarbo” di Meloni all’Ue

Le immagini dell’ennesima tragedia del mare stanno facendo il giro d’Europa, nuocendo moltissimo all’immagine del Governo italiano. Il quale, peraltro, ha pensato bene di organizzare la seduta del Consiglio dei Ministri proprio sul luogo della sciagura, ma nello stesso giorno nel quale l‘Ue riuniva i ministri degli Interni proprio per discutere dei flussi migratori. Con Matteo Piantedosi impegnato “sul campo” a Crotone, a Bruxelles al suo posto è andato “solo” il sottosegretario Nicola Molteni (salviniano di ferro). Una scelta che ha provocato molti malumori tra i colleghi europei, soprattutto mentre Giorgia Meloni replicava un copione già noto, chiedendo maggiore sostegni da parte dell’Unione all’Italia in prima linea. E proprio a questa riunione l’Italia non manda il suo ministro?

In pochi mesi di governo, sono già numerose le vicissitudini sia del centrodestra che della Lega, azionista di minoranza. In questo scenario, non sarebbe azzardato guardare proprio a Luca Zaia come possibile alternativa a Matteo Salvini, qualora gli incidenti di percorso dovessero offuscare oltre misura l’immagine del segretario. Già da tempo indicato come unica alternativa possibile al leader in carica, il Governatore del Veneto finora ha sempre evitato lo scontro diretto, fermandosi alle soglie del ring. Chissà che alle viste non vi siano altri cambiamenti radicali. Oltre a quello del sesso, ovviamente.

Riproduzione riservata © 2024 - NM

ultimo aggiornamento: 7 Settembre 2023 17:38

Angelucci è l’editore di riferimento del centrodestra: dopo Libero e Il Tempo ha acquistato Il Giornale

nl pixel